A Gennaio ricevo il maggior numero di richieste per difficoltà legate ad agitazione e ansia a scuola.
Vuoi che rientrare dalle vacanze natalizie dopo una sostanziosa pausa non è facile, vuoi che il rientro coincide con le ultime e decisive verifiche del primo quadrimestre, vuoi che arrivare a Giugno è ancora lunga, tanti bambini e adolescenti hanno un momento di crollo proprio in concomitanza con questo mese.
Come adulti, come ci possiamo comportare per essere d’aiuto?
Di seguito 3 spunti di riflessione che mi auguro ti siano utili.
1.Un po’ di agitazione è normale: non facciamone un dramma!
Un po’ di agitazione e di tensione sono normali quando si riprende la scuola.
Anche a noi adulti, dopo esserci fermati un paio di settimane (per chi ha potuto farlo!) capita di sentirci agitati o nervosi dovendo ricominciare con i doveri e trovandoci ad abbandonare i tempi più lenti delle vacanze.
Non facciamone un dramma… noi adulti!
È una buona idea permettere ai bambini e agli adolescenti di sentire quest’ agitazione: è passeggera.
Se come genitori si va nel panico, è logico accorgersi di quanto quell’emozione da transitoria rischi di diventare pesante e costante.
Un bambino o un adolescente penseranno: se mamma e papà, che sono grandi, si agitano per come sto, quello che provo è cattivo e pauroso!
2.Essere un contenimento
Come adulti, serve mettere in atto quella che in psicologia si chiama “funzione di contenimento”.
Si traduce in un: “NON ho paura delle tue emozioni. E te lo trasmetto. Così puoi non averne paura anche tu”.
Ovviamente serve prima di tutto essere sufficientemente in pace come adulti col proprio mondo emotivo 😉
Attenzione: contenere è diverso da sminuire.
Quando sminuiamo, tagliando corto con frasi come: ”cosa vuoi che sia!”, stiamo minimizzando i sentimenti di chi abbiamo di fronte.
Questo non aiuta a stare meglio: fa solo sentire incompresi.
Diverso è trovarsi davanti ad un adulto che comprende come certe emozioni possano fare paura, ma allo stesso tempo che ha l’esperienza dalla sua che gli fa dire (e trasmettere!) che non uccideranno (no, non è scontato).
3.Non mettiamo il carico da mille sui voti!
Lo dico spesso: i voti sono un grande problema del sistema scolastico italiano… e non solo.
Possiamo dire quanto vogliamo che il voto indica una prestazione, non il valore dello studente, ma gli studi ad oggi disponibili (vedi bibliografia) ci dicono chiaramente come, per un bambino, il voto incida significativamente sulla percezione del proprio valore personale.
Nel mio lavoro vedo spesso come molti bimbi o ragazzini vadano in ansia davanti ad un voto percepito come “basso” non tanto per se stessi, ma perché temono che a casa verranno rimproverati e umiliati.
Se il voto è già un elemento critico, come adulti possiamo non metterci il carico da mille.
Come? Sottolineando, ad esempio, non come il voto sia “bello” o “brutto”, ma come abbiamo notato l’impegno atto a raggiungere quel risultato.
A maggior ragione se quel bambino sta vivendo un periodo di agitazione: apprendere quando non si e sereni è molto più difficile.
Lo sforzo fatto va riconosciuto.
Mi auguro che questi spunti di riflessione possano aiutare te che stai leggendo a vivere meglio il rientro a scuola dei tuoi figli o dei bambini e ragazzi con cui lavori.
Come ormai saprai se mi leggi da un po’, questi spunti sono generali e possono non andare bene per tutti.
Qualora sentissi il bisogno di una consulenza personalizzata nel mio studio di Preganziol (TV), trovi i miei contatti QUI.
Spunti per approfondire
Giulia Manzi , La valutazione scolastica. L’influenza del giudizio sulla motivazione dei nostri figli, Il Leone Verde
Deci, E.L. e Ryan R.M. (2000). Self-determination theory and the facilitation of
intrinsic motivation, social developement, and well-being. American
Psychologist