Arriva un momento in cui un bimbo inizia a crescere e, ad un certo punto, i genitori decidono sia l’ora di togliere il ciuccio.
Come si fa a toglierlo?
Andiamo per gradi.
Prima di pensare a come togliere il ciuccio serve chiedersi: a cosa serve il ciuccio?
Il ciuccio è un calmante.
Nasce come “sostituto” del seno, anche se tanta gente pensa che tanti bambini “usino il seno come il ciuccio” … che è una frase senza senso.
La suzione è un movimento archetipico che ha vari effetti, tra cui quello calmante, ma lo schema motorio che si attiva con il ciuccio è diverso da quello che si attiva, per esempio, con l’allattamento al seno.
Ad oggi gli studi sono concordi nel dirci che per gli aspetti respiratori il ciuccio possa creare predisposizione e per patologie respiratorie e per difficoltà di linguaggio, specie se usato oltre i 3 anni.*
Da psicologa ed ex educatrice, ancor più di questo mi preoccupa l’uso che molto di frequente vedo farne, ovvero quello di tappare le emozioni.
Es. bambino che piange, prima cosa che viene fatta: ciuccio in bocca.
O ciuccio lasciato tutto il giorno.
I bambini imparano a gestire le emozioni prima attraverso l’eteroregolazione poi con l’autoregolazione, ovvero prima con l’aiuto degli adulti e poi da soli, non il contrario (lo abbiamo già visto QUI).
Se io adulto appena piangi ti caccio l’emozione giù perché quella emozione mi dà fastidio, ti insegno a temere le emozioni spiacevoli.
Non ti sono di supporto e non ti permetto di trovare altre soluzioni per calmarti.
Quindi prima di pensare a come togliere il ciuccio, sarebbe utile pensare a che uso farne.
È molto diverso dare il ciuccio SOLO in determinate situazioni (viaggi in auto, pisolino, uscite tra adulti) rispetto ad un uso indiscriminato.
Perché questo accade?
Perché gli adulti sono cattivi?
Anche no.
Credo che Bowlby, scrivendo: “E’ possibile che una società nella quale i genitori dei bambini piccoli vengono abbandonati a se stessi, in una cronica insufficienza di aiuto, consideri questo stato di cose normale”, riassuma al meglio il tutto.
Quindi: per togliere il ciuccio senza stress è fondamentale sapere la funzione che ha.
Altrimenti, procedendo in modo drastico e senza questa consapevolezza alla base, si rischia di creare ancora più stress nel bambino (e anche nei genitori).
ALCUNI ACCORGIMENTI PER TOGLIERE IL CIUCCIO
Come sempre, ci tengo a precisare che quello che sto per scirvere non può sostituire una consulenza.
Ogni bambino è a sè e quello che va bene per uno può essere deleterio per un altro.
Se vi dicono: “Con mio figlio ha funzionato”, tenete conto che il vostro potrebbe avere altri bisogni.
E, ancora di più, tenete conto che non è detto che se una cosa funzioni… funzioni “bene”.
Dovremmo chiederci di più non solo se una cosa funzioni ma COME e PERCHÈ funzioni.
Chiediamoci se lo scopo finale si può raggiungere anche in altri modi, che rispettino non solo l’adulto ma anche il bambino.
Nemmeno noi adulti siamo tutti uguali
Prendete ciò che leggerete come spunti e valutate se possono andar bene con vostro figlio o con i bambini con cui lavorate.
1) OSSERVARE SE IL BAMBINO DÀ SEGNO DI ESSERE PRONTO
Vuole lasciare di giorno il ciuccio da qualche parte (un contenitore, ve lo porge in mano o altro)?
Lo richiede meno del solito?
Questi sono già dei segnali utili.
2) PROCEDERE IN MODO GRADUALE
Che si può parafrasare con: meglio NON FARLO SPARIRE CON UNA BUGIA.
Se vostro figlio è abituato ad usare il ciuccio tutto il giorno e la notte, non ha molto senso toglierglielo di punto in bianco.
Come avete letto sopra, il ciuccio ha la funzione di calmare.
Quindi serve aprire ad altre alternative, come vedremo tra poco.
Di solito una buona idea è procedere proponendo al bambino di lasciare durante il giorno il ciuccio in un contenitore, dicendogli che può chiederlo per fare la nanna.
“Adesso salutiamo il ciuccio. Lo mettiamo nella sua scatolina a fare la nanna. Quando farai la nanna anche tu andremo a riprenderlo”.
Piano piano si può procedere anche con il sonnellino diurno o con la nanna.
3) GUIDARE IL BAMBINO VERSO ALTRE MODALITÀ PER CALMARSI
Nel momento in cui si va a togliere il ciuccio, può essere utile trovare delle modalità utili a questo scopo.
Mi scriveva qualche giorno fa una mamma che faceva togliere il ciuccio a suo figlio nel momento del sonnellino ma gli portava la sua copertina preferita.
È sempre un mediatore esterno, ma ci sta che un bambino di 3, 4 ecc. anni ne abbia bisogno.
Non è mica un adulto 😉
È anche noi adulti ne abbiamo bisogno a volte, tra l’altro.
Copertina, pupazzetto preferito (che fa da oggetto transizionale) sono ottime possibilità…insieme alle coccole di mamma e papà e al loro tempo.
4) FARSI AIUTARE CON STORIE A TEMA.
Le favole aiutano i bambini a rielaborare i propri vissuti, con un linguaggio immediatamente comprensibile.
Leggere storie a tema, in qualsiasi momento della giornata, può essere un ottimo aiuto.
Il libro della foto qui a fianco (Il Ciuccio – Lallemand, Jadoul) mi è piaciuto molto.
Fa sorridere.
Parla di un cowboy
che ad un certo punto diventa grande e deve salutare il ciuccio.
Ci si può agganciare dicendo: “anche tu come lui stai diventando grande” e prenderlo come spunto.
Concludendo.
Affinché vada tutto al meglio, è una buona idea iniziare il percorso verso il togliere il ciuccio in un periodo in cui mamma e papà sono sufficientemente calmi.
Se è un periodo in cui ci sono già situazioni stressanti in famiglia o in cui c’è già “tanta carne al fuoco” per il bambino, può essere opportuno chiedere se abbia senso aspettare ancora un attimo oppure se chiedere un aiuto professionale in merito.
Questo articolo ha suscitato il tuo interesse e senti il bisogno di approfondire in merito a tuo figlio? Scrivimi pure alla mail info@datemifiducia.it o telefonami al 3409628159 per prenotare una consulenza psico-educativa.
Ricevo a Preganziol (Treviso) e, se la situazione lo permette, Online.
Dott.ssa Alice Righetti – Psicologa Infanzia e Adolescenza
*FONTI degli studi citati:
BMC Paediatrics di Washington;
Abreu RR, Rocha RL, Lamounier JA, Guerra AF. Prevalence of mouth breathing among children. J Pediatr (Rio J). 2008;
Agarwal S, Gupta V, Malhotra S, Nagar A, Pandey R. The effect of mouth breathing on dentofacial morphology of growing child. J Indian Soc Pedod Prev Dent. 2012;
Annel Chambi-Rocha ∗, Ma Eugenia Cabrera-Domínguez, Antonia Domínguez-Reyes Breathing mode influence on craniofacial development and head posture J Pediatr (Rio J). 2018
Bueno SB Association of breastfeeding, pacifier use, breathing pattern and malocclusions in preschoolers.Dental Press J Orthod. 2013 Feb 15;18(1):30.e1-6.
Neiva, Leone. Development of sucking rhythm and the influence of stimulation in premature infants. Pro Fono. 2007)